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EDITORIALE

Quest’anno il Behemoth non uscirà su carta, ma solo in rete; non cambia né contenuti, né percorsi di ricerca, ma solo il mezzo di pubblicazione. Promettiamo tuttavia, con l’anno prossimo, di cercare di tornare alla pubblicazione “tradizionale”, salvaguardando gli abbonamenti in corso. Quanto alla situazione italiana politico-costituzionale ovviamente – e contrariamente a quanto ne pensasse la maggior parte della stampa – il “Behemoth” non ha fatto atti di fede nei confronti della tecnocrazia, della governance, dei tecnici al governo, come per qualsiasi altro idola invocando il quale si esterni di fare a meno della politica, e – per lo più – al contrario, si preveda di farne, ma di altro tipo; per cui l’antipolitica è, nel migliore dei casi, la mascheratura di una classe – o frazione di classe – politica diversa. Piuttosto comincia ad avvertirsi, malgrado gli sforzi per negarlo, minimizzarlo, confonderlo, un ritorno (più in Europa che in Italia) alle categorie “fondamentali” della politica: alla sovranità nazionale in primo luogo. Dopo decenni di racconti fatati su pace universale, diritti dell’uomo, sovranità del diritto, tribunali internazionali, ci siamo accorti che la sovranità, se non è della nazione, è dei mercati o dei debiti (“sovrani” – e si capisce perché si usa questo aggettivo). Per cui, s’inizia a pensare che se si deve avere un sovrano, tanto vale che lo sia il popolo; a dispetto di qualche pomposo giurista, rivelatosi come il pifferaio delle altre sovranità che in quella nazionale trovano il maggior ostacolo. * * * Passiamo alla presentazione del fascicolo. Jeronimo Molina Cano ci offre un saggio penetrante – e a tratti – appassionato sulla ragion di Stato. Quella che i trombettieri del “mercatismo” – e non solo loro - (v. sopra) vedono come il fumo agli occhi. Louis de Bonald, in un saggio del 1806 ci conferma la sua capacità di ricondurre le situazioni più datate a “costanti” e rapporti durevoli nella storia e nelle comunità umane: scrive di prospettive dell’unità religiosa in Europa ai tempi dell’Impero Napoleonico, ma diversi giudizi sono validi ancora oggi. L’articolo di Marco Mangiabene è la pubblicazione di una delle relazioni al convegno di Roma-Tolfa dell’aprile 2011 (un altra è stata pubblicata sul n. 49 di Behemoth). Il breve saggio su Miglio cerca di chiarire una tesi dello studioso comasco che è in palese contrasto con quanto ritenuto da tanti (giuristi), in particolare Hauriou e Santi Romano, le cui concezioni Miglio giudica con attenta considerazione. Recensioni e segnalazioni di libri e riviste chiudono, come sempre, il numero.



Pubblicazione del: 19-07-2012
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